Luigi M. Lombardi
Satriani -Lo spazio della festa/Calabria - La festa , Electa 1982 |
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...A Nocera Terinese la mattina
del Sabato Santo una grande statua della Madonna che sorregge il figlio viene portata
fuori dalla chiesa e, lentamente, percorre l'intero paese. Portano la statua e la seguono
immediatamente dopo i membri di una confraternita, vestiti di bianco, con il capo cinto da
una corona di erba spinosa. La statua, nel corso della processione, si ferma davanti a
edicole sacre, agli ingressi delle chiese all'interno delle quali sono stati allestiti i
sepolcri, ornati con fiori, candele e piatti o vasi di grano germogliato. Quasi l'interro
paese segue la processione, cantando canti tradizionali o liturgici, mentre la banda
esegue brani del repertorio tradizionale. Improvvisamente
la gente si scosta; tutti guardano verso un punto da dove giungono, velocissimi, due
uomini, scalzi, vestiti in maniera inconsueta. Uno è vestito di nero con calzoni corti o
mutande, in capo una corona di spine; l'altro è in rosso con i fianchi cinti da un panno
e in mano una croce pure rossa.
L'uomo in nero avanza e si tira dietro l'altro a lui
attaccato con una corda. Quando giungono davanti alla statua della Madonna l'uomo in nero
si ferma, costringendo così la processione a fermarsi, e con un sughero in cui sono
conficcati tredici pezzi di vetro - l'oggetto si chiama "cardo" - si percuote le
cosce e le gambe facendo sgorgare abbondante sangue.
Per fare affluire il sangue, la parte, prima di essere percossa, viene strofinata con un
ruvido tappo.
Alla fine dell'operazione, compiuta da diversi flagellanti
in differenti momenti della processione, sulle gambe sanguinanti viene versato vino misto
ad aceto, con la duplice funzione di disinfettare e di impedire un'immediata
rimarginazione delle ferite.
Poi, la processione riprende il suo lento snodarsi,
interrotta di tanto in tanto dall'arrivo di nuovi flagellanti, il cui rito viene seguito
con un misto di partecipazione da tutti i fedeli. La flagellazione infatti non costituisce
un episodio isolato o marginale del rito del sabato Santo a Nocera, ma è un dato costante
che si rinnova ogni anno e che viene considerato essenziale da parte della comunità che
ha reagito violentemente quando, oltre 30 anni fa le autorità ecclesiastiche tentarono
inutilmente di proibirne l'attuazione.
L'aspetto più eclatante della flagellazione è un momento
di un rituale articolato in precise fasi, ugualmente istituzionalizzate a livello
culturale. L'inizio del rito ha luogo nell'abitazione dei flagellanti, che hanno deciso di
divenire tali per un voto, anche se per alcuni di loro ha agito come fattore concomitante
la tradizione familiare.
In casa, dopo aver indossato l'abito rituale e fatto indossare l'altro abito
all'accompagnatore, l'Ecce Homo, il flagellante si lava le cosce e le gambe con un decotto
di rosmarino che ha la precisa funzione di far affluire il sangue in quei punti dove si
percuoterà con il cardo e di rendere parzialmente insensibile quella parte del corpo... |