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Il Maggio di Isola Fossara di Flavio Cenci - supplemento al n. 5/96del giornale "far sapere"

 

Il Maggio di Isola Fossara fa parte di quei riti, le cui origini si perdono nella notte dei tempi e vanno sotto il nome di “Nozze Verdi”. La festa si divide in due parti: la prima fra l’ultima domenica di maggio e quella iniziale di giugno ed è sicuramente la parte meno conosciuta e forse la più affascinante; la seconda parte della festa avviene circa quindici giorni dopo: La salita a piedi della montagna sino alla sommità delle balze del monte Catria, che avveniva sul far del giorno, verso le quattro del mattino: il suono del “corno” era la sveglia della comunità ed un secondo squillo annunciava la partenza degli isolani verso il luogo dove si svolge appunto la prima parte della festa, attraverso un itinerario ben preciso che veniva percorso in omaggio a S. Antonio.

Giunti in cima alle balze del Corno,  i tagliatori si mettono in cerca del “Maggio” che è il primo dei tre tronchi ad essere tagliato; i tagliatori si dividono in gruppi alla ricerca dell’albero adatto. Questo deve essere di dimensioni appropriate e una forma perfetta. La seconda ad essere individuata e poi tagliata è la “Giunta”; a questi due tronchi nella seconda fase della festa se ne aggiunge un altro denominato “Cima” o “Palo”. Poco prima del taglio del Maggio un suono lungo e prolungato del corno annuncia ai sottostanti abitanti di Isola Fossara questo momento.

Dopo il taglio il tronco viene sfrondato e ripulito ed è così pronto per essere trasportato.

La fase del trasporto è veramente spettacolare; essa avviene  a forza di braccia con un sistema degno di una seppur breve spiegazione. Vengono attaccate alle due estremità del tronco due “catenelle” e a ciascuna di esse è attaccata una fune; quella anteriore serve per portare a traino il tronco in salita e la posteriore per dirigere il tronco e frenarlo in discesa. Nei tratti più ripidi vengono attaccate alla fune anteriore una serie di “manuelle” , cioè robustissimi rami fissati alla fune con un nodo particolare e a una distanza tale da permettere ad un uomo di farvi forza aiutandosi con il torace  o a mani tese. Gli uomini che tirano il tronco alle manuelle variano nei diversi momenti e passaggi da dodici  a ventiquattro anche a quarantotto se l’asperità del terreno e l’elevata pendenza lo richiedono; le manuelle servono anche da leva per disincagliare il tronco dal terreno quando ce n’è bisogno.

Lo sforzo è in certi punti sovrumano, pensate che il Maggio può pesare anche tra i 9 e i 10 quintali e solo una tradizione radicata  insieme alla devozione al santo danno ai portatori la forza per sopportarlo. Il tronco è trainato e strisciato attraverso i faggi secolari che coprono il bosco  e tra gli sforzi, ogni tanto, echeggia un “ evviva a S. Antonio”, proprio nei momenti più difficili come ad invocare l’aiuto del Santo in questi momenti di massimo sforzo.

Il tronco viene scortecciato con le “manuelle” scorteccianti a cui è stato praticato un taglio obliquo simile a quello di una scalpello da falegname, fatto con un “marraccio”. Avanti a tutto il gruppo del Maggio procede un giovane che è il portatore di marraccio, ascia e corno; esso è il messaggero che avverte dell’avvenuto abbattimento del tronco la comunità di Isola Fossara e suona il corno anche prima dei lanci lungo gli scoscesi pendii .

Fatto uscire il Maggio dal bosco, vi si ritorna per trovare e tagliare la Giunta che verrà trasportata  nello stesso modo fino a dove è stato lasciato il Maggio.

Dal lato della base maggiore dei due tronchi viene fatto “l’ingarro” ossia un profondo scannello tutto intorno e ci viene passato del filo di ferro, dato che durante i lanci che seguiranno il tronco si potrebbe spaccare, urtando lungo i pendii scoscesi in spunzoni di roccia o alberi. Arrivati al passo obbligatorio delle “Passaiole” con i tronchi uno dietro l’altro, si alzano grida di gioia finché uno dei tagliatori recita la frase rituale cristiana :” a s. Antonio… e il succedersi del Padre Nostro  Ave e Gloria”. Quindi dopo un grido di evviva a S. Antonio e dopo il suono prolungato del corno il “Maggio”viene lanciato lungo il ripido pendio, il tronco precipita acquistando velocità e aprendosi un varco fra la vegetazione. Questo canale dove è stato lanciato il Maggio ad un certo punto si restringe obbligandolo a fermarsi in altro passo obbligato. Lo stesso rituale viene seguito per la Giunta prima del suo lancio, poi anche essa sfreccia sulla scia del Maggio. Quindi tutti gli isolani si precipitano lungo la traccia lasciata dai due tronchi per raggiungerli ai “Fochi” dove sono fermi e incagliato tra due alberi, che costituiscono uno sbarramento naturale.

I due tronchi, per mezzo delle manuelle vengono disincagliati uno dopo l’altro e riprendono la loro corsa. Poi vengono di nuovo riattaccate le catenelle e a forza di braccia vengono portati in direzione di “Pass’e Catria”. Un altro lancio, forse il più impegnativo è da Poggio la Croce verso il paese di Isola Fossara. Prima di questo lancio il più anziano recita una preghiera mentre tutti sono stretti intorno al Maggio;”Ad onore di S. Antonio facesse andrà bene la pianta e dia la salute e la forza a tutti quanti” segue la recita del Pater Ave Gloria; poi dopo un evviva a S. Antonio e un sostenuto suono di corno il Maggio viene lanciato lungo il ripido pendio, l’albero presto scompare fra la fitta vegetazione di faggi chiamata la “Selva”. In silenzio si cerca di seguire e capire dal rumore la traiettoria del tronco, quando il silenzio indica che si è fermato c’è un sospiro di sollievo e quindi segue il lancio della Giunta; dopo di che tutti si precipitano sulla scia dei due tronchi per raggiungerli.

 … Il dislivello superato nelle varie fasi è di ben 865 metri con uno sviluppo di percorso di circa dieci chilometri. Sta calando il sole e i due tronchi vengono trasportati fino al centro del paese e disposti l’uno accanto all’altro vicino alla chiesetta…

… i due tronchi sono fermi, sani e salvi in paese; il rito propiziatorio è compiuto in onore di S. Antonio da Padova… ad aspettare per la seconda parte della festa… per tornare a rivivere una seconda volta, simbolicamente come rinascita della vita umana …

 

Il Maggio di Isola Fossara di Flavio Cenci

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