Testo di Marco
Marcotulli
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Nonostante la sua antichità la
tradizione del Venerdì Santo in Erice
è molto poco conosciuta, notizie della processione si hanno sin dalla seconda metà del
1400, anche se nel corso dei secoli i cambiamenti sono stati numerosi.
L'origine della processione ericina va
riportata ai secoli del medioevo ed alla consuetudine delle rappresentazioni
sacre, embrione del moderno teatro. Erano infatti presenti dei personaggi che
rappresentavano situazioni o eventi sacri, preceduti dai flagellanti (detti vattienti o
battenti) i quali in abito da penitenza si colpivano sulle spalle con pesanti discipline.
Nel corso degli anni la situazione andò
modificandosi, anche in relazione alle direttive del Concilio di
Trento e gli "attori" smisero di recitare per dare origine a dei Misteri
viventi, cioè delle scene fisse interpretate da personaggi che rimanevano praticamente
immobili e muti per tutto il tempo. Questo cambiamento fu così radicale da dare il nome
alla processione del Venerdì santo che venne chiamandosi processione dei Misteri.
Verso la fine del '700 anche i misteri viventi scomparvero
per essere sostituiti, secondo l'uso invalso anche nella vicina Trapani, da gruppi in
legno che ancora oggi continuano ad essere protagonisti della processione.
Ad Erice oggi la processione è costituita da quattro gruppi lignei tardo settecenteschi,
dall'Urna del Cristo morto e dalla statua della Madonna Addolorata. Da sempre ogni mistero
è stato affidato ad una delle maestranze cittadine che si occupa di provvedere alla
musica, all'addobbo floreale, all'illuminazione con torce e al trasporto.
Le attuali maestranze ericine
sono quelle dei carrettieri, degli impiegati, degli artigiani e dei muratori. Ognuna si
occupa del trasporto del proprio mistero mentre l'Urna è portata dai giovani e la Madonna
Addolorata dai fedeli. La processione inizia alle
prime ore del pomeriggio aperta dagli incappucciati rappresentanti l'antica Confraternita
della Disciplina che fin dal 1451 trovò sede nella chiesa di Sant'Orsola, da cui parte la
processione, ed il cui fine specifico era quello "di ricordare e celebrare la
passione di Cristo ed il dolore della Madre".
Il passaggio delle statue e della processione nelle vie di Erice mentre cala la sera è
molto suggestivo, sensazione accentuate dalla musica suonata dalla banda che accompagna la
processione.
Le cinque soste che si osservano lungo il tragitto servono per recitare delle preghiere,
per riposarsi e per vedere bene queste statue, specialmente l'Addolorata ammantata di un
drappo nero, che con le tenebre e le fioche luci delle torce sembrano acquistare una
plasticità ed una forza espressiva ancor più evidente.
I turisti non molto numerosi (almeno nelle processioni da
noi osservate) hanno modo di osservare molto bene questo evento in tutti i suoi aspetti
anche se, secondo noi, la processione dei Misteri di Erice potrebbe meritare un pubblico
assai più vasto.
Si ringrazia il Comune di Erice per la
collaborazione |